Industria 5.0 è sinonimo di intersezione tra tecnologie digitali – AI in testa – e ingegno umano. Facciamo quindi riferimento a una trasformazione culturale, ancor più che tecnologica, che costituirà una svolta storica per diversi settori produttivi, e in particolare per il comporto chimico-nutraceutico.

Mentre la rivoluzione precedente, quella dell’Industria 4.0, si è concentrata prevalentemente sul concetto di smart manufacturing e sulle soluzioni di manutenzione predittiva e automazione, il nuovo cambio di paradigma implica un approccio sinergico alla gestione di tutte le tematiche aziendali. Proprio perché al centro di questa evoluzione c’è l’intelligenza artificiale, l’Industria 5.0 porterà a ridefinire ogni aspetto dell’organizzazione, persino il modo in cui si sviluppa il processo decisionale lungo l’intera catena del valore.

Ottimizzare l’intera catena del valore con l’AI, l’impatto dell’Industria 5.0

Come ben sanno gli addetti ai lavori, nel settore chimico l’ottimizzazione della catena del valore implica una comprensione completa di vari processi interdipendenti: si va dall’approvvigionamento delle materie prime alla produzione, arrivando alla consegna ai clienti finali.

Ciascuna di queste fasi è strettamente interconnessa alle altre attraverso una serie di competenze, protocolli e vincoli di conformità da cui dipende non solo la qualità, ma anche la sicurezza dell’output.

In questo scenario, le tecnologie di intelligenza artificiale si stanno rivelando determinanti nel mettere a disposizione delle imprese strumenti in grado di sviluppare una visione d’insieme, che tenga cioè conto del quadro complessivo della situazione in modo dinamico: parliamo non solo delle condizioni degli impianti e dell’effettiva disponibilità di materie prime, ma anche dell’evoluzione della domanda, dell’affidabilità dei partner logistici e dell’evoluzione del contesto macroeconomico. Apprendimento automatico, intelligenza artificiale e modellazione predittiva aiutano in questo senso a ottimizzare la filiera attraverso un’analisi avanzata dei dati a supporto del processo decisionale.

Uno dei contributi più significativi che, nell’ambito dell’Industria 5.0, l’AI può apportare alla catena del valore del settore chimico è in effetti la sua capacità di generare insight, tattici e strategici, fino a pochissimo tempo fa inimmaginabili. Analizzando in tempo reale enormi quantità di dati provenienti da fonti eterogenee (dalle ricerche di mercato alla logistica della catena di fornitura e distribuzione, passando per le piattaforme che monitorano lo stato d’efficienza dei macchinari), l’AI può identificare correlazioni nascoste tra i fattori critici di successo e suggerire modelli di comportamento coerenti con gli obiettivi di business. Va precisato che gli algoritmi di apprendimento automatico imparano continuamente dai nuovi dati, affinando le loro capacità predittive e fornendo raccomandazioni sempre più accurate nel tempo.

Per esempio, opportunamente addestrata, l’intelligenza artificiale riesce ad analizzare i dati storici di produzione e correlarli alla domanda di mercato per prevedere le fluttuazioni del fabbisogno di materie prime. Questa capacità consente ai product manager e ai responsabili del procurement di prendere tempestivamente decisioni informate sulla gestione delle scorte, sulla programmazione della produzione e sulle trattative con i fornitori. Di conseguenza, le aziende possono minimizzare i rischi, ridurre gli sprechi, abbattere i costi e migliorare l’efficienza complessiva.

Scenari what if e trasformazione del processo decisionale

Un altro aspetto peculiare dell’applicazione degli strumenti di AI all’industria chimica risiede nella possibilità di creare scenari what if interattivi. Questa capacità aiuta i responsabili di prodotto a esplorare, uno per uno, i possibili outcome derivanti dalla modifica di variabili specifiche (si va da elementi macroeconomici, come variazioni dei prezzi delle materie prime, dei costi del lavoro o delle normative ambientali, all’ingresso in nuove nicchie di mercato).

Ipotizziamo, per esempio, uno scenario in cui un’impresa chimica stia valutando l’introduzione di una nuova linea di prodotti. Con gli strumenti di simulazione basati sull’intelligenza artificiale, i decisori dei vari dipartimenti coinvolti possono valutare i potenziali impatti di questa nuova attività sulla capacità produttiva, sull’allocazione delle risorse e sul posizionamento sul mercato prima di impegnarsi nello studio di una vera e propria strategia di lancio. Il che non solo riduce i rischi legati all’iniziativa, ma aumenta anche l’agilità dell’organizzazione, che ha contezza di tutti parametri in gioco per cambiare eventualmente (e rapidamente) rotta in risposta a repentini cambiamenti del mercato.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale con i dispositivi IoT consente poi di raccogliere e analizzare i dati senza soluzione di continuità sui vari anelli che compongono la catena del valore. Questa interconnessione garantisce che i decision maker abbiano accesso a informazioni accurate e aggiornate, premessa indispensabile per intervenire nell’ottica di migliorare l’efficienza operativa e il posizionamento strategico.

Non stupisce dunque che i player più innovativi abbiano già integrato i tradizionali sistemi di supporto alle decisioni con funzionalità di AI, che oltre a fornire strumenti previsionali più potenti portano in dote anche user experience efficaci e intuitive.

Si tratta comunque di una trasformazione che prima o poi investirà tutti gli attori del settore: la sinergia tra le competenze umane e le capacità dell’intelligenza artificiale sarà essenziale per liberare il pieno potenziale dell’Industria 5.0. Bisogna solo scegliere se prendere atto di un cambiamento inevitabile o provare o governarlo.

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