Il concetto di impresa componibile è essenziale per affrontare le sfide dell’Industria 5.0 e coglierne concretamente i vantaggi nel proprio settore d’appartenenza. Questo vale soprattutto per il comparto chimico-cosmetico, dove la rapida evoluzione delle tecnologie digitali comporta la capacità di coniugare il paradigma della flessibilità con l’esigenza primaria che da sempre contraddistingue questo verticale: riuscire a sviluppare strategie di sostenibilità, trasparenza e personalizzazione nel contesto di un mercato rigidamente regolamentato.

Trasformarsi in una impresa componibile – o composable enterprise, come viene chiamata in gergo anglosassone – può aiutare anche le organizzazioni più complesse a superare le potenziali impasse durante il percorso che porta al raggiungimento di questo nuovo equilibrio.

La premessa per diventare una impresa componibile: costruire una piattaforma digitale

Prima di entrare nel merito delle caratteristiche di una impresa componibile, e di evidenziarne i vantaggi, è bene descrivere la soluzione su cui va fondato un modello del genere: la digital platform.

Una piattaforma digitale è una struttura che consente alle imprese di connettere all’interno di un unico ambiente informatico tutte le attività aziendali. Nel contesto del settore chimico-cosmetico, per esempio, una piattaforma digitale può fungere da hub centralizzato per la gestione dell’intera catena di fornitura, dall’approvvigionamento delle materie prime alla formulazione e distribuzione dei prodotti. Sfruttando il cloud computing, l’analisi dei dati e l’IoT, una digital platform può anche integrare i processi che coinvolgono clienti, fornitori e partner, facilitando lo scambio di informazioni e migliorando significativamente l’efficacia e l’efficienza operativa di tutta la filiera.

Grazie a un approccio end-to-end, le imprese possono sfruttare l’analisi dei dati in real time per avere traccia dei livelli di inventario, monitorare i processi produttivi e ottimizzare la logistica della catena di fornitura in modo coerente e tenendo conto di tutti i fattori in gioco in un dato scenario.  Inoltre, gli analytics applicati a una piattaforma digitale integrata possono fornire informazioni sulle preferenze dei consumatori o sulla situazione macroeconomica, consentendo alle aziende di sviluppare prodotti che soddisfino meglio le richieste dei clienti man mano che si evolvono trend e framework normativi. Il che non solo riduce gli sprechi e migliora l’allocazione delle risorse, ma consente anche tempi di risposta più rapidi ai cambiamenti del mercato.

I vantaggi dell’adozione di una piattaforma digitale integrata nel settore chimico-cosmetico sono dunque molteplici. Se implementati correttamente, tali strumenti possono dare vita a un vero e proprio ecosistema trasparente e interconnesso in cui la gestione strategica, le operazioni e la produzione si sviluppano armoniosamente. È proprio questa visibilità a promuovere una collaborazione proattiva tra i vari reparti, abilitando un processo decisionale più informato e aiutando tutti i livelli dell’organizzazione a formulare risposte agili ai cambiamenti del mercato. Inoltre, una piattaforma digitale integrata semplifica notevolmente la conformità ai requisiti normativi, un aspetto critico per il settore chimico-cosmetico: automatizzando l’estrazione dei dati per la produzione di documentazione e reportistica, le aziende possono garantire il rispetto degli standard di sicurezza e ambientali su ciascuna attività, riducendo così il rischio di violazioni (e di potenziali sanzioni).

Cosa significa trasformarsi in una impresa componibile

Ma, specialmente nella prospettiva dell’imminente boom dell’Industria 5.0, il vantaggio principale offerto da una piattaforma digitale integrata è la sua modularità: è proprio questa caratteristica che, di fatto, permette di abilitare l’impresa componibile.

Adottando una digital platform, le aziende del settore chimico-cosmetico hanno la concreta possibilità di suddividere e per l’appunto (ri)comporre in modo flessibile processi, operations e flussi di lavoro in unità distinte, veri e propri blocchi funzionali che possono essere facilmente scalati o modificati a seconda delle necessità.

Pensiamo, per esempio, a un’organizzazione che decida di concentrarsi sulla sostenibilità dei processi produttivi di una determinata business unit, integrando tool che monitorino l’impatto ambientale delle operations in tempo reale: grazie alla piattaforma digitale, l’impresa riuscirà non solo a convogliare e a innestare su quei processi tutti gli strumenti (inclusi quelli forniti dai partner) necessari allo scopo, ma anche a replicare, se necessario, il nuovo modello operativo in altre divisioni.

O perché non citare l’opportunità di integrare nei workflow esistenti componenti di analisi predittiva basata sull’intelligenza artificiale? In questo modo diventa possibile prevedere le tendenze del mercato e identificare le nuove preferenze dei consumatori così da allineare, dinamicamente e in tempo reale, i processi produttivi e le strategie di marketing.

Il tutto viene gestito in modo semplice e intuitivo: chi disegna i nuovi processi può identificare immediatamente eventuali colli di bottiglia e intervenire rapidamente per risolverli. In una impresa componibile, del resto, la logica modulare con cui si modificano e si ricostituiscono i workflow rispecchia l’esperienza d’uso offerta dall’interfaccia della digital platform, che aiuta i process manager  a ingegnerizzare e gestire le operations con una la logica “drag and drop”.

Quello della composable enterprise è, specie in Italia, un paradigma ancora poco diffuso. Ma sarà imprescindibile per applicare con successo i principi dell’Industria 5.0 al settore chimico.

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